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Ultrasuonoterapia in fisioterapia - cos’è, come funziona e cosa dice la scienza

Quando si parla di fisioterapia, uno dei trattamenti più notie è l’ultrasuonoterapia

Molte persone l’hanno provata almeno una volta, magari per un dolore al ginocchio, una tendinite o un’infiammazione, ma spesso non è chiaro cosa faccia esattamente e se funzioni davvero.

Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha fatto un grande lavoro per chiarire l’efficacia di questa terapia. In questo articolo vedremo insieme, in modo semplice ma approfondito, come funziona l’ultrasuonoterapia, quando viene usata, quali sono i benefici più documentati e cosa ci dicono le ultime evidenze scientifiche.

Che cos’è l’ultrasuonoterapia

L’ultrasuonoterapia è un trattamento che utilizza onde sonore ad alta frequenza, chiamate ultrasuoni, per ottenere effetti benefici nei tessuti del corpo. Queste onde hanno una frequenza così alta che non possiamo sentirle, ma possono penetrare in profondità nei tessuti, raggiungendo muscoli, tendini e articolazioni.

Il macchinario usato in fisioterapia ha una testina, detta trasduttore, che viene appoggiata sulla pelle insieme a un gel speciale che serve a trasmettere meglio l’energia sonora. Durante la seduta, il fisioterapista muove la testina sulla zona da trattare per alcuni minuti, seguendo protocolli ben precisi.

Esistono due modalità principali di applicazione:

  1. Ultrasuoni continui
    Vengono erogati senza interruzione e producono soprattutto calore nei tessuti. Sono indicati soprattutto nelle fasi croniche, quando si vuole stimolare la circolazione e migliorare l’elasticità dei tessuti.

  2. Ultrasuoni pulsati
    L’energia viene trasmessa a intervalli regolari, con pause tra un impulso e l’altro. Questa modalità genera meno calore ed è usata di più nelle fasi acute, quando c’è infiammazione e dolore.

Come agisce l’ultrasuonoterapia

Gli effetti dell’ultrasuonoterapia possono essere termici e meccanici. Vediamoli più nel dettaglio:

  • Effetto termico
    Quando l’ultrasuono viene erogato in modalità continua, produce calore all’interno dei tessuti. Questo calore favorisce la vasodilatazione, cioè un aumento della circolazione sanguigna, che porta più ossigeno e nutrienti alla zona trattata.
    Inoltre, aiuta a rilassare i muscoli, ridurre la rigidità e rendere più elastiche le strutture come tendini e legamenti.

  • Effetto meccanico
    L’onda sonora provoca una sorta di micromassaggio cellulare, stimolando le cellule a lavorare meglio. In particolare, può aumentare la permeabilità delle membrane cellulari, migliorare lo scambio di sostanze e favorire i processi di riparazione tissutale.
    Questo effetto è particolarmente utile nella fase di guarigione dopo una lesione, come una distorsione o una tendinite.

  • Riduzione del dolore
    L’ultrasuonoterapia può anche contribuire ad alleviare il dolore. Questo avviene sia indirettamente, grazie alla riduzione dell’infiammazione e al miglioramento della circolazione, sia direttamente, attraverso una modulazione dei recettori del dolore e del sistema nervoso.

Quando viene usata in fisioterapia

L’ultrasuonoterapia viene impiegata soprattutto per trattare disturbi muscoloscheletrici, ovvero problemi che riguardano muscoli, tendini, articolazioni e tessuti molli.
Ecco alcune delle situazioni più comuni:

  • Tendiniti e tendinopatie (come quella della spalla o del tendine d’Achille).

  • Distorsioni o lesioni muscolari, ad esempio dopo uno strappo o una contrattura.

  • Fascite plantare, un disturbo frequente in chi corre o sta molto in piedi.

  • Epicondilite laterale (gomito del tennista).

  • Osteoartrite, soprattutto del ginocchio.

  • Lombalgia cronica non specifica, cioè il classico mal di schiena senza una causa precisa.

  • Dopo interventi chirurgici, per ridurre il dolore e favorire la guarigione dei tessuti.

Tuttavia, come tutte le terapie, non può essere usata in ogni situazione. Ci sono delle controindicazioni importanti:

  • Zone con tumori o sospetti tumori.

  • Gravidanza, soprattutto sull’addome e sulla zona lombare.

  • Aree con infezioni attive o gravi problemi circolatori.

  • Zone con sensibilità alterata, dove la persona non percepisce bene il calore o il dolore.

  • Portatori di pacemaker o altri dispositivi elettronici impiantati (da valutare con cautela).

Benefici principali

L’ultrasuonoterapia, se usata correttamente, può portare diversi benefici:

  1. Riduzione del dolore
    È uno degli effetti più ricercati. Molti studi mostrano che può ridurre la percezione dolorosa, soprattutto in disturbi come l’osteoartrite del ginocchio, la fascite plantare o la sindrome miofasciale.

  2. Miglioramento della mobilità
    Grazie al calore e all’effetto meccanico, i tessuti diventano più elastici e le articolazioni più mobili. Questo è utile soprattutto per chi ha rigidità articolare o postumi di un trauma.

  3. Guarigione più rapida
    L’aumento della circolazione e la stimolazione cellulare possono accelerare i processi di riparazione, riducendo i tempi di recupero dopo una lesione.

  4. Riduzione dell’infiammazione
    L’effetto pulsato, in particolare, può aiutare a diminuire l’infiammazione e il gonfiore.

  5. Trattamento sicuro e non invasivo
    Quando applicata correttamente da un fisioterapista, l’ultrasuonoterapia è considerata sicura e con pochissimi effetti collaterali.

Cosa dice la scienza: prove a favore e contro

Negli anni sono stati condotti moltissimi studi sull’ultrasuonoterapia. Alcuni mostrano risultati positivi, altri meno convincenti. Vediamo i casi principali:

Osteoartrite del ginocchio

Una meta-analisi recente ha evidenziato che l’ultrasuonoterapia può ridurre il dolore e migliorare la funzione articolare nei pazienti con artrosi al ginocchio, soprattutto se applicata a intensità medio-alte.
Questo la rende una valida opzione complementare ad esercizi e fisioterapia attiva.

Fascite plantare

La fascite plantare, un’infiammazione dolorosa della pianta del piede, sembra rispondere bene agli ultrasuoni.
Una revisione sistematica ha analizzato cinque studi clinici, trovando che nella maggior parte dei casi i pazienti trattati avevano meno dolore e più funzionalità rispetto a chi non riceveva terapia.

Lombalgia cronica

Il mal di schiena cronico è un problema complesso e multifattoriale.
Una revisione del 2021 ha incluso sei studi e ha visto che quasi tutti riportavano una riduzione significativa del dolore dopo sedute di ultrasuonoterapia. Tuttavia, l’effetto era più evidente nel breve termine e meno nel lungo periodo.

Sindrome miofasciale

Questa condizione, caratterizzata da punti trigger dolorosi nei muscoli, ha mostrato risposte molto positive agli ultrasuoni a bassa intensità.
I pazienti trattati hanno avuto un miglioramento sia nel dolore sia nella soglia di tolleranza alla pressione.

Perché i risultati non sempre coincidono

Se l’ultrasuonoterapia funziona, perché a volte gli studi non sono concordi?
Ci sono diverse ragioni:

  • Protocolli molto diversi: non tutti i fisioterapisti usano la stessa frequenza, intensità, durata o numero di sedute.

  • Qualità degli studi variabile: alcuni studi hanno pochi pazienti, mancano di placebo o hanno un follow-up troppo breve.

  • Combinazione con altre terapie: spesso gli ultrasuoni vengono usati insieme ad esercizi, terapia manuale o farmaci, e diventa difficile capire quale trattamento abbia avuto il merito principale.

  • Differenza tra effetto statistico e clinico: un risultato può essere statisticamente significativo, ma poco percepibile nella vita di tutti i giorni.

Come viene usata nella pratica

Un fisioterapista esperto sceglie i parametri più adatti in base al problema e alle caratteristiche del paziente.
Generalmente:

  • Frequenza:

    • 1 MHz per tessuti profondi (fino a 5 cm).

    • 3 MHz per tessuti più superficiali (fino a 2 cm).

  • Modalità:

    • Pulsata nelle fasi acute, per ridurre infiammazione e dolore.

    • Continua nelle fasi croniche, per favorire la mobilità e la guarigione.

  • Durata della seduta: tra 5 e 10 minuti per area trattata.

  • Frequenza delle sedute: 2-3 volte a settimana, per alcune settimane.

Durante la seduta la testina viene sempre mossa continuamente, per evitare surriscaldamenti e rendere il trattamento uniforme.


Ultrasuoni sì o no?

Alla luce di quello che abbiamo visto, l’ultrasuonoterapia può essere considerata una terapia complementare utile in alcuni casi specifici, soprattutto per la gestione del dolore e per favorire il recupero funzionale.
Non è però una cura miracolosa: da sola raramente è sufficiente a risolvere il problema.

Il modo migliore per ottenere risultati duraturi è integrarla con esercizi mirati, terapia manuale ed educazione del paziente.
Ad esempio, per il mal di schiena cronico, gli ultrasuoni possono dare sollievo iniziale, ma l’aspetto più importante resta il movimento e il rinforzo muscolare.


Conclusione

L’ultrasuonoterapia è uno strumento che, se usato con criterio, può portare benefici reali: riduzione del dolore, miglioramento della mobilità e supporto ai processi di guarigione.
Le evidenze scientifiche confermano la sua efficacia in alcune condizioni, come l’osteoartrite del ginocchio, la fascite plantare e la sindrome miofasciale, mentre in altri casi i risultati sono meno chiari.

L’ultrasuonoterapia diventa parte di un approccio moderno e scientifico alla fisioterapia, dove tecnologia, movimento e conoscenza lavorano insieme per aiutarti a stare meglio.


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