Lombalgia: un approccio integrato tra fisioterapia e osteopatia
Il mal di schiena, o lombalgia, è uno dei disturbi più comuni e spesso una delle principali cause di limitazione funzionale e assenze dal lavoro. Affrontarlo in modo efficace non significa solo ridurre il dolore, ma soprattutto prevenire ricadute e migliorare la qualità della vita di chi ne soffre. Per farlo, è fondamentale partire da una valutazione accurata.
La prima fase consiste nell’identificare il tipo di lombalgia: acuta, cronica, con o senza interessamento nervoso. Durante questa fase si cercano anche eventuali “red flags”, cioè segnali che potrebbero indicare la presenza di patologie più serie e che richiederebbero ulteriori accertamenti medici. Una valutazione completa non si limita al dolore fisico, ma prende in considerazione anche fattori psicologici e sociali, che spesso hanno un ruolo importante nella persistenza del problema.
Una volta escluse condizioni gravi, il focus si sposta sulla gestione attiva. Le evidenze scientifiche sono chiare: il riposo assoluto è controindicato. È importante mantenere un livello di attività fisica compatibile con la situazione, riprendendo gradualmente i movimenti e le normali attività quotidiane. L’educazione del paziente gioca qui un ruolo cruciale: comprendere il problema, sapere cosa fare e cosa evitare aiuta a ridurre ansia e paure legate al dolore, migliorando i risultati della terapia.
Tra i trattamenti non chirurgici, la fisioterapia occupa un posto centrale. L’esercizio terapeutico è considerato il cardine dell’intervento, soprattutto nei casi di lombalgia persistente. Allenare la muscolatura in modo mirato aiuta a migliorare la funzionalità e a ridurre il rischio di ricadute. Le tecniche di terapia manuale, come mobilizzazioni e manipolazioni, possono essere utili nel breve termine per alleviare i sintomi, ma funzionano al meglio quando integrate in un percorso che include esercizi e movimento.
Accanto alla fisioterapia, l’osteopatia può avere un ruolo importante. Alcune ricerche suggeriscono che le tecniche osteopatiche possano ridurre il dolore e migliorare la funzionalità, sia nelle forme acute che in quelle croniche. L'osteopatia, avendo un approccio più globale rispetto alla fisioterapia, può essere estremamente efficace nelle lombalgie, ad esempio, da dolore riferito, quelle cioè in cui la causa principale non risiede a livello della colonna stessa.
Sul fronte farmacologico, le linee guida internazionali raccomandano di usare i FANS, come l’ibuprofene, solo quando necessario e per periodi limitati. In ogni caso è sempre bene chiedere al medico prima di prendere decisioni in tal senso.
Oggi, l’approccio più efficace alla lombalgia è quello multimodale e centrato sulla persona. Questo significa combinare diversi interventi: educazione, movimento, esercizi terapeutici, terapia manuale e, se indicato, un supporto farmacologico. In alcuni casi può essere utile includere anche strategie per la gestione dello stress e del dolore dal punto di vista psicologico, soprattutto quando il dolore tende a cronicizzarsi.
In sintesi, affrontare la lombalgia non significa “trovare la tecnica giusta” ma creare un percorso su misura, che guidi la persona verso il recupero, promuovendo autonomia e prevenendo ricadute. La collaborazione tra fisioterapista, osteopata e medico permette di unire competenze diverse e di costruire un intervento davvero completo, in linea con le più recenti evidenze scientifiche.